La festa dell'amore!



Si sta avvicinando il 14 Febbraio, il giorno di San Valentino, che per tutti gli innamorati è una ricorrenza speciale, un'occasione per ribadire il proprio amore. 
Ma quali sono le origini di questa festa? Quali sono le leggende e i personaggi da cui ha avuto origine?

Innanzitutto, è doveroso raccontare chi fosse San Valentino, al cui nome questa ricorrenza è legata. 
Valentino da Interamna (l'attuale Terni, per i latini Interamna Nahars) nasce intorno al 175 d.C. in una famiglia patrizia, e viene convertito al cristianesimo, diventando vescovo di Terni molto giovane, a soli ventun'anni. Si dice che fosse amico degli innamorati, verso cui nutriva rispetto e speranze; aveva l'abitudine di regalare delle rose alle giovani coppie, quando lo visitavano per la prima volta, in segno di buon augurio e prosperità; forse è proprio per questo suo gesto caratteristico che è nata la consuetudine di donare rose o fiori all'amata nel giorno degli innamorati.

Valentino, in quanto vescovo cristiano, non ebbe vita facile; fu perseguitato per tutta la sua vita, in particolare dall'allora Imperatore Claudio II detto Il Pazzo (o Il Gotico), che cercò in tutti i modi di riconvertirlo al paganesimo. San Valentino rifiutò, e come unica reazione tentò l'impresa opposta, ovvero di convertire al Cristianesimo l'Imperatore stesso. Naturalmente il suo gesto fu vissuto come un oltraggio, e Valentino venne arrestato e punito; ma infine l'Imperatore lo graziò, lo "affidò" a una famiglia nobile.

L'imperatore Aureliano, succeduto a Claudio II, non fu altrettanto clemente; l'Impero infatti era nel pieno delle persecuzioni contro i cristiani e Valentino negli anni aveva guadagnato popolarità e rispetto, moltiplicando le conversioni al Cristianesimo. Fu condannato alla flagellazione, catturato e condotto fuori città, sulla via Flaminia, per evitare che la folla insorgesse.
Infine, venne accusato di aver celebrato un matrimonio proibito tra un legionario romano e una giovane cristiana, infrangendo una legge di grande portata, all'epoca, perché garantiva il controllo e la fedeltà assoluta dei legionari all'Impero. 
Fu decapitato, pare, il 14 Febbraio del 273 d.C., a 97 anni.

A Valentino sono attribuiti diversi miracoli in vita, tra cui, forse il più eclatante, quello di aver donato la vista alla figlia cieca del nobile che, dopo la grazia di Claudio II, lo tenne segregato nella sua residenza. Restando - pare - teneramente legato alla ragazza per tutta la vita, poco prima della sua morte le inviò un messaggio firmato "dal Tuo Valentino", e la ragazza nel momento della decapitazione iniziò a vedere. 
Le leggende su Valentino e sui suoi miracoli sono diverse, ma tutte riportano a una particolare affinità con i giovani innamorati, con le coppie, verso cui nutriva un profondo senso di protezione e che cercava di guidare, di convertire alla fede Cristiana, di far riconciliare con reciproca tolleranza anche dopo i peggiori litigi. Alla sua figura sono legate immagini di colombi che suggellano questi momenti di riconciliazione (da cui, forse, l'usanza di chiamare gli innamorati "piccioncini"), alla pari del dono delle rose (e dei fiori in generale, per estensione) e, addirittura, quello dei biglietti verso l'amata/l'amato, chiusi con la dicitura: "dal tuo...", a riprendere il famoso messaggio di Valentino capace, con il suo amore, di donare la vista alla ragazza a cui si sentiva legato.

Valentino viene proclamato Santo, Martire e Patrono degli Innamorati nel 496 d.C., da papa Gelasio I. Scegliendo per il suo patronato la data della sua morte, come d'uso, la festa di San Valentino viene inserita in calendario il giorno prima della festa pagana dei Lupercalia, che ancora nella popolazione era diffusa nonostante già da circa un secolo, con la legge di Teodosio I, i culti romani fossero stati proibiti ai Cristiani. Secondo una consuetudine all'epoca molto frequente, quindi, un nuovo rito venne affiancato a quello preesistente e, nei secoli, lo soppiantò. 

Di certo, al di là delle leggende e di ciò che la storia ci racconta, Valentino fu un uomo dal grande carisma, che non aveva il timore di infrangere le regole e scontrarsi col potere in virtù di ciò in cui credeva. Fu un vescovo cristiano, ma allo stesso tempo un uomo che, nella sua vita, non rinunciò all'amore. L'amore, l'innamoramento, pare fosse per lui un valore supremo, da coltivare in noi e negli altri con gentilezza.

Così, ben venga la tradizione di rinnovare le promesse, di dichiarare i propri sentimenti e, perché no, di impegnarsi in relazioni più solide e costruttive proprio nel giorno di San Valentino. E, a maggior ragione, ben venga l'uso di scambiarsi dei doni, di offrire un dono, in pegno della propria presenza, a significare che le relazioni solide si costruiscono con una vicinanza costante, che non teme litigi e incomprensioni. 
Questo tipo di dono, se offerto con il proprio sentimento, non ha nulla di "commerciale"; è vero che ci si ama ogni giorno dell'anno, ma non c'è niente di male a ricordarselo reciprocamente. Ultimamente si sente spesso ripetere una frase, tanto in voga: "Non ho bisogno di dimostrarti il mio amore a San Valentino, perché ti amo tutto l'anno"; forse è diventata ormai un'abitudine, quasi una scusante dietro cui nascondersi. 
Invece l'amore alle volte va dimostrato, enfatizzato, concretizzato in un piccolo segno. Non sono necessari gioielli o regali costosi: come ci insegna Valentino, è sufficiente una rosa. 
Magari, rossa.

Buona Festa degli Innamorati!

Lo Staff


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