L'olfatto, la nostra guida


L'Olfatto è forse il più potente dei nostri sensi, ed è fondamentale nelle interazioni fisiche e nel riconoscimento delle sensazioni provocate dall'ambiente circostante.

E' infatti il primo senso “animale” sviluppato per la sopravvivenza umana, la base della nostra esistenza dall'alba dei tempi: è il naso che percepisce, prima della vista, il primo campanello d’allarme in caso di pericolo, in grado di riconoscere odori da cui tenersi alla larga, oppure, al contrario, odori attraenti fondamentali per la procreazione: il partner, infatti, si sceglie con il naso.

Il profumo e le percezioni ad esso collegate sono figli della storia profonda della nostra specie, che in milioni di anni di evoluzione ha in qualche modo classificato le molecole odorose, e si orienta utilizzando ciò che ha imparato: semplicemente, il naso separa ciò che rappresenta gli aspetti gradevoli della vita, come il cibo o gli odori legati alle situazioni piacevoli, da ciò che rappresenta pericolo, come il fumo o il sentore di cibo marcio, avariato.

Gli odori sono sempre associati a sensazioni e ricordi; per questo motivo un profumo è capace di emozionarci, di ricordare una persona o una situazione precisa. Secondo alcune teorie di marketing, l'impatto degli odori è talmente forte nel nostro cervello, capace di scatenare reazioni immediate, che il profumo è considerato uno degli strumenti per orientare gli acquisti.

L'etimologia della parola "profumo" fornisce già alcune indicazioni sulla storia che esso ha avuto: dal latino per fumum, che significa letteralmente "attraverso il fumo", cioè un concetto legato all'utilizzo di alcuni olii e aromi essenziali, come l'incenso, che anticamente venivano bruciati in offerta agli dei e agli antenati. Questo evidenzia quanto sia forte il legame del profumo, dell'aroma, con la sua funzione religiosa, e tutto ciò che evoca nella nostra memoria ancestrale.

Le funzioni assunte dal profumo, e la susseguente relazione con le nostre percezioni olfattive, sono molte, e derivano dalle sensazioni che, attraverso i secoli, hanno agganciato e portato con sé:


- funzione seduttiva (arma invisibile per piacere);
- funzione aristocratica (è stato per lungo tempo prerogativa di pochi);
- funzione piacere (dona un carattere particolare a chi lo indossa);
- funzione vitalità (nell'antica Grecia dava forza e fiducia negli atleti);
- funzione identità (evoca una persona anche quando non c'è, oppure aiuta a ricordare eventi passati);
- funzione benessere e salute (attraverso l'aromaterapia).

E' l'antico Egitto a fornirci la prima vera testimonianza dell'utilizzo del profumo, che è sempre presente nei templi e nei rituali religiosi; purifica il corpo e la mente della persona in vita, ed è parte integrante del rito dell'imbalsamazione dei defunti. Assume però anche un significato profano, legato all'arte del sedurre: le donne egizie si spalmavano infatti sul corpo balsamo e olio profumato, distribuivano sui capelli pomate aromatiche. La regina Cleopatra esaltava il proprio fascino e la propria bellezza con particolari unguenti e olii profumati. Si racconta che accolse Marco Antonio, al loro primo incontro d'amore, in una stanza cosparsa di petali di rosa, in cui bruciavano incensi ed erbe aromatiche.
I profumi avevano anche un rilievo diplomatico: le essenze profumate erano infatti molto preziose e i faraoni ne facevano dono ai sovrani alleati.

In seguito, dai Greci fino alla fine dell'Impero Romano, il legame tra profumo, igiene, seduzione e funzione sacrale resta invariato, legato a cerimonie e avvenimenti positivi.
Caduto l'Impero Romano, in Europa l'arte della profumeria conobbe un periodo di decadenza, anche a causa della diffusione del Cristianesimo che, con i suoi austeri costumi, riservò la pratica dell'uso delle essenze profumate al solo culto religioso. Sarà solo nel XIII secolo, alla fine delle crociate, che il profumo farà ritorno stabilmente in Europa.

Il primo profumo moderno in soluzione alcolica fu preparato in Ungheria nel 1370 da un monaco esperto di chimica. Il profumo, noto come Eau de Hongrie ("Acqua Ungherese"), era un estratto di rosmarino, timo e lavanda. La regina Elisabetta d'Ungheria si vantava, grazie ai poteri di questo profumo, di aver sedotto il sovrano di Polonia.

Con l'attenzione che suscitò Pasteur (1822-1895), il padre della microbiologia, in seguito alla scoperta dell'esistenza dei batteri, cambiò la rilevanza dell'igiene personale, che portò a una vera e propria rivoluzione negli usi e costumi; l'igiene infatti divenne sempre più importante e imprescindibile, portando non poche novità anche nel campo della profumeria: si passò dall'esigenza di ricorrere a fragranze grevi, figlie della necessità di occultare i cattivi odori, al desiderio di profumi più dolci e meno aggressivi.
Grazie a questa rivoluzione si rinsaldò il legame tra profumo e sensazioni piacevoli, legate a pulizia e benessere.

Di certo ognuno di noi ha le proprie fragranze preferite, che meglio si accordano con la nostra pelle, ma non soltanto: scegliamo un profumo infatti anche in base ai nostri stati d'animo e alle sensazioni che vorremmo suscitare. Quello che conosciamo, più o meno consapevolmente, è che per accentuare una fragranza è importante soprattutto il calore; per questo motivo si consiglia di applicarla sulla parte interna del polso, dietro i lobi delle orecchie, sulla nuca, fra i seni, nell'incavo del braccio e delle ginocchia, cioè nelle zone in cui il sangue arriva più in superficie, e quindi sprigionano maggior calore.
Ormai sappiamo che i profumi svolgono un'influenza positiva sul nostro umore e possono avere una funzione terapeutica, in quanto alcune essenze esplicano effetti antidepressivi e stimolanti (tra queste il bergamotto, il limone, il pino, la lavanda, la menta, il basilico, the verde) o, al contrario, sedativi (tra cui la camomilla, la rosa, il geranio, aloe).

E' stato ormai dimostrato che i due sessi subiscono l'attrazione più col naso che con gli occhi. Lo stimolo visivo è un impulso possente, ma solo nella fase iniziale. Infatti, poi, è messo alla prova dalle narici: quello che prima attirava la vista può divenire oggetto di repulsione attraverso l'odore.
L'attrazione sembrerebbe infatti essere conferita da alcune molecole che sono responsabili dell'odore personale, che può essere reso più gradevole e seducente proprio grazie alle fragranze e alle essenze presenti nei profumi, quando ben si accordano con esso.
E' capitato a tutti noi, infatti, di percepire un profumo che "stonava" con chi lo indossava; il motivo è da ricercare nella doppia valenza associata al profumo: può essere effettivamente non accordato alla persona che lo indossa, oppure, più semplicemente, può evocare in noi sensazioni non piacevoli.
La risposta olfattiva, infatti, è quasi sempre filtrata dalla memoria delle nostre esperienze precedenti. Le nostre reazioni, quindi, dipendono dal tipo di esperienze che determinate fragranze ci ricordano, dall'associazione che in noi, nel passato, quel particolare suggerimento olfattiva è sorta con un episodio significativo, vissuto nel nostro intimo come positivo o negativo, piacevole o triste.

Quindi, in previsione dell'acquisto di un profumo, o di un'essenza, è bene ricordarsi quanto sia importante preferirne uno che si accordi con noi, con il nostro odore e il nostro modo di essere ma, soprattutto, che evochi nella nostra memoria irrazionale soltanto sensazioni positive! Solo in questo modo, indossandolo, ci sentiremo a nostro agio, con noi stessi e tra gli altri.

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Lo Staff


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